Venerdì scorso sono stata a Pietrasanta a vedere la mostra di Nicola Bertellotti, fotografo che concentra la sua attenzione sui luoghi abbandonati, riuscendo, con grande maestria, a giocare sulle luci per farli apparire spazi meravigliosi. È una piccola mostra che lascia senza fiato per la scelta dei luoghi e la bellezza che rappresenta.
Mi sono chiesta perché siamo attratti da immagini di abbandono quando, razionalmente, lasciare indietro qualcosa non ha niente di seducente, e non sono riuscita a trovare alcuna risposta valida fino a oggi.
Stamattina sono andata a Firenze, all’Accademia delle belle arti, a vedere un’altra piccola mostra di quadri del cinese Cen Long. Sono rappresentati uomini e donne che mostrano tutta la sofferenza della vita umana, ma ne rappresentano anche la bellezza, e il senso stesso del vivere.
Trovo il titolo affascinante: SEMINARE SPERANZA, con il sottotitolo Il Purgatorio nei dipinti di Cen Long.
Lascio agli esperti le interpretazioni artistiche e estetiche sia delle foto di Bertellotti che dei dipinti di Long, quello che a me interessa è aver finalmente capito cosa mi attrae nelle immagini di abbandono di Bertelotti. È la luce, la scelta dell’inquadratura, la capacità di rendere bello ciò che oggettivamente è brutto, vecchio e decadente. È lo sguardo che rinnova lo spazio, fornendolo di un seme di speranza, come se da quel vuoto potesse rinascere altro.
La stessa speranza che Cen Long indica nei suoi quadri (dal purgatorio della fatica quotidiana si può passare al Paradiso rappresentato dalla serenità degli sguardi dei protagonisti).
Due mondi diversi, due occhi e due culture diverse che mi trasmettono, a loro insaputa, un identico messaggio: la Speranza.
Come si fa a vivere la Speranza in questo momento caratterizzato da guerre, attentati, ingiustizie, povertà? Prendo a prestito la tecnica di Bertellotti: alla speranza serve la luce. La luce che illumina e aiuta a modificare il nostro punto di vista. Anche là dove è più buio, anche quando sembra che non ci sia possibilità, tenere aperto uno spiraglio, evitare di chiudere del tutto, è il primo passo per far rinascere la speranza, per evitare di abbandonarsi alla distruzione. È un atteggiamento che possiamo attivare tutti, e non è superficialità o buonismo, perché richiede un grande coraggio: quello di non richiuderci nel dolore e accettare di essere protagonisti, con la nostra luce, del cambiamento.
Speranza di rinascita: ecco l’augurio che voglio fare a ciascuno di noi per questa Resurrezione che sta arrivando che è il simbolo massimo del possibile. Troviamo nella nostra vita almeno un angolino dove poter mettere un vaso e piantare un seme che ci permetta di credere ancora nel cambiamento e nella resurrezione.
Buona Pasqua a ognuno di noi.
Le due mostre sono visibili fino a fine mese, per chi è in zona le consiglio vivamente entrambe.
Letizia…a volte le parole…. possono essere una via che porta al sentire del cuore e le tue ne aprono la porta…alla speranza serve la luce 🕊️